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Fausto Corsini Fausto Corsini
 

08-04-2006 - "fotografare la musica" testi di Paolo Donini
Andrea Razzoli si fa apprezzare trasformando due foto apparentemente semplici - di Vasco Rossi in concerto - in due tavole equilibratissime di buio, luce e color violetto dominante; un colore che giunge dagli effetti del palco e cala la scena e il volto in una suggestione artificiale, in un gusto e una capacit modernissima di avvalorare unestetica tutta contemporanea, per non dire futura.

Daniele Ricci compie un omaggio alloggetto-chtarra componendolo e indagandolo sia come una sorta di tavola geometrica, sia come spaccato volumetrico e sorta di scultura della melodia, dove la chitarra riassume nella sua suggerita sinuosit, nel suo gioco di vuoto e pieno la fascinazione che del corpo.

Maurizio Rinaldi propone due fotografie eccellenti, dove la sospensione del luogo e del momento - una sala teatrale che si sta lentamente riempiendo in attesa che si apra il sipario - fluisce nella lentezza vitrea, come di un fluido, del tono dominante rosso, quasi porpora, a indicare una dimensione profonda e sommersa del sentire, non priva di una sua densit allucinata, vagamente tremolante e carnale.

Ivan Masetti riprende la suggestione del mosso e del ritaglio calando frammenti di scrittura musicale in una sorta di onice fotografica, pietra luminosa che corrisponde forse alla malia che la musica produce immergendo lascoltatore in una dimensione di sogno, in unastrazione visionaria.

Giovanni Marzoli attesta nuovamente con queste foto il legame tra scatto fotografico e irripetibilit dellesperienza, andando a rintracciare nel suo vasto archivio di autentico viaggiatore, due scatti apparentemente lontani, il cartellone pubblicitario dellIpod, colta sul cielo di San Francisco e la reunion di una improvvisato, tradizionale trio in america latina: qui il fotografo ha lintelligenza della scena, la domina come in un micro-racconto ed evidentemente interessato al prodursi spontaneo di una scena significativa, in mezzo al turbinio di quello che vediamo, tanto pi travolgente e infinito se lo vediamo viaggiando: cos nella foto del trio si passa dal musicista che suona la chitarra sulla destra, allaccompagnatore che batte una cassetta, allultimo dei tre che si suona semplicemente le ginocchia, e la relazione tra le due fotografie racconta fra il concerto fatto con niente e la pi recente innovazione nellascolto, una minuscola storia della musica.

Marco Malverti immerge con ironia in una giustapposizione a polittico tra fondali marini una banda musicale inglese, spezzando con delicatezza il clich di una immagine stranota e kitsch come un souvenir e rilanciandola nel paradosso di un azzurro abissale: un movimento sincopato, una resa binaria che ha la sottile seriet dellironico a picco sui luoghi comuni.

Alex Mezzenga, presenta tre foto fra il pittorico e il tecnologico, che richiamano latmosfera mobile e rifrangente, trascolorante e ritmica della discoteca; qui i volti e i corpi divengono maschere tatuate dalla luce, come se la situazione visiva ad alta tecnologia rivelasse per paradosso una sua nuova natura, tribale e selvaggia;

Lastefifoto, studio fotografico che segue il Laboratorio Musicale del Frignano nei tour di concerti estivi, ci ha portato in mostra alcuni frammenti dellattimo performativo ed emozionante dellesecuzione musicale, calati e custoditi nel bianco e nero del ricordo.

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